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20200822 Elogiando l'email [Condensati di Rete - 22 - 22.08.2020]
Come un dinosauro informatico sopravvive alla corsa dell'innovazione. E perché dovremmo seguirne il modello // #CdR
L'essenziale sopravvive, il superfluo scompare
è arrivata con tre decenni di vantaggio rispetto al web; ha preceduto Internet; esisteva in varie forme embrionali persino prima della rete militare Arpanet. Parliamo dell'email, una dei più longevi sistemi di comunicazione informatica che per mille ragioni continua a giocare un ruolo chiave a mezzo secolo dalla sua ideazione. Una assoluta rarità in un settore in cui nuove tecnologie nascono di continuo a spesso scompaiono nel breve volgere di qualche stagione.
Ad approfondire i temi della posta elettronica è dedicato un intero scomparto nella mia libreria dei progetti "da sviluppare", ma il tempo non sembra bastare e gli imprevisti finiscono spesso per monopolizzare le mie giornate. Ho deciso quindi di scrivere alcune considerazioni di massima che magari faranno da traccia per lavori futuri. O moriranno qui senza alcun seguito, chi può dirlo?
L'email:
- è stabile: i suoi protocolli sono consolidati ormai da anni, sono relativamente semplici da implementare e sopravvivono ai tentativi di manomissione proprietari (leggi Gmail & co.).
- è aperta ed implicitamente federata: se penso alla fatica che si fa nel #fediverso per trovare protocolli condivisi che facciano dialogare gli utenti di diverse istanze, non posso non pensare a quanto invece sia efficace l'email. Tutti comunicano con tutti, senza barriere, senza filtri, senza censure, in forma individuale o collettiva. Davvero notevole per qualcosa nato ben prima del concetto di social network.
- è parsimoniosa: Dispositivi che non riuscirebbero a caricare la più semplice delle pagine web riescono invece ad accedere senza problemi alla posta elettronica. Non serve potenza di calcolo per leggere l'email, non servono (quasi mai) connessioni veloci, non serve hardware all'avanguardia. Anche lato server l'email è leggera ed efficiente se paragonata agli altri servizi della rete, e lo era già agli albori di Internet.
- è semplice: forse non tutti sanno che una email contiene sempre e solo caratteri di testo. Anche formattazioni ed allegati vengono convertiti in sequenze di testo puro, lo standard forse più semplice ed affidabile esistente.
- è personale: anche nelle forme commerciali, la posta elettronica non è avida di informazioni personali e dati di profilazione come sono altri servizi. E basta poco per accedere a provider assolutamente rispettosi della privacy (Tutanota per dirne uno).
- è duttile: con poco sforzo l'email può essere trasformata da sistema di comunicazione uno ad uno, in un servizio uno a molti (newsletter), o molti a molti (gruppo di discussione). L'email da sola potrebbe rimpiazzare gran parte delle funzioni di tutti i social network senza essere proprietà di nessuno.
LibreOffice 7 ed altre cose in breve
Questo mese di agosto non ha assecondato le mie intenzioni di scrittura, per cui alla fine ho pubblicato poco o nulla. Ne approfitto però per un paio di segnalazioni che mi sembrano interessanti:
- É uscito LibreOffice 7. In un breve test mi è sembrato più reattivo delle versioni precedenti anche se non molto diverso dal ramo 6. Nel numero 16 vi dicevo delle mie perplessità su l'adozione di ODF 1.3. Purtroppo lo scenario si è concretizzato prima di quanto pensassi perché LO 7 lo adotta fin da subito come formato predefinito nonostante sia ancora lontano dalla standardizzazione. Anzi ne impiega direttamente una versione "estesa" e dunque presumibilmente già difforme dall'eventuale standard futuro. Fortunatamente dalle impostazioni è facile settare come formato di salvataggio le precedenti versioni di ODF.
- Non vanno bene le cose in casa #Mozilla. Sono stati [annunciati] 250 licenziamenti. E d'altro canto secondo ZDnet l'organizzazione avrebbe esteso la partnership con Google per altri tre anni per un valore di circa 400 milioni di dollari l'anno. Continuo a pensare che sia un problema grave che il bilancio di Mozilla dipenda in larghissima parte dal suo più diretto concorrente. E credo che sia una delle responsabilità più pesanti dei suoi vertici non essere riusciti a trovare soluzioni alternative.
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